Immersi nell'onda creativa del cambiamento
“Un sé che continua a cambiare è un sé che continua a vivere” Virginia Woolf
La prima avvisaglia l’ho avuta davanti ad un prosecco, in una serata di metà settimana. La seconda è avvenuta per telefono, durante una civile discussione sui diversi punti di vista. La terza è arrivata una domenica a pranzo, in cui sono arrivate alcune parole che aspettavo da anni e che mettevano un punto a una questione sospesa, aprendo nuovi scenari.
Di fronte a questi piccoli momenti, che stavano facendo tremare la quotidianità dei miei ultimi 7 anni, ho pensato solo un’unica cosa: “Eccolo, è Plutone!”
Il 21 gennaio Plutone è entrato in Acquario. L’ultima volta che Plutone si è trovato in Acquario è stato dal 1778 al 1798, uno dei periodi storici più ricco di cambiamenti e rivoluzioni.
Plutone è un pianeta lento, ci impiega dai 12 ai 30 anni per spostarsi in un solo segno e 248 anni per girare tutto lo zodiaco, quando entra in un nuovo segno le nostre vite e la società nel suo insieme cambiano in modi senza precedenti.
Ed è proprio questa la forza di Plutone: avviare una trasformazione profonda per promuovere la rigenerazione di noi stessi.
E forse questa è la nostra più grande sfida: attraversare il cambiamento per diventare completamente noi stessi.
Eric Fromm scrisse che “il compito principale di un uomo è dare origine a se stesso, trasformandosi in tutto ciò che è in grado di essere. Il risultato di tali sforzi sarà la sua personalità.”1
Il concetto di sé non è statico; è una fluidità perpetua, plasmata da ogni esperienza che viviamo. Questa fluidità diventa la nostra sfida centrale. Diventare se stessi rimanendo flessibili è al centro di ogni vita, ma è amplificata maggiormente nella vita creativa.
È quasi banale dirlo, ma occorre sottolinearlo continuamente: tutto è creazione, tutto è cambiamento, tutto è flusso, tutto è metamorfosi.
Questa verità di Henry Miller necessita di essere costantemente sottolineata, poiché racchiude il paradosso fondamentale della nostra umanità: il desiderio di permanenza e staticità in un universo che è in costante flusso e l’unico modo che abbiamo di dare respiro all’inquietudine che arriva dai cambiamenti è con la creatività.
Non mi sono mai spaventata dei cambiamenti, li ho sempre considerati portatori di novità, porte spalancate su luoghi da esplorare, persone da incontrare, profumi e sapori da scoprire.
Certo, nel momento in cui vengono a mancare le confortanti certezze della ciclicità del quotidiano, ci sentiamo spaesati, la strada per ricominciare a costruire nuove abitudini sembra in salita. Ma è lì che l’inesplorato spalanca le porte della creatività.
Perché la creatività è paradossalmente fatta di abitudini e l’abitudine creativa educa all’accettazione dell’incertezza dei cambiamenti:
Creativity is a habit and the best creativity is a result of good work habits2
E a te come è iniziato il nuovo anno? Hai sentito la forza di Plutone?
Ascolti
Per leggere questa newsletter, c’è solo una canzone da ascoltare in sottofondo ed è Changes di David Bowie3, di cui in questo mese ricorre sia l’anniversario del suo compleanno (8 gennaio) , sia quello della sua morte (10 gennaio), e per ricordarlo vi lascio a questa chicca che
ha condiviso nella sua newsletter: un elenco di alcuni dei libri (100!) che Bowie ha letto.Da Man for Himself, cap. 4, "Problems of Humanistic Ethics".
Twyla Tharp, The Creative Habit: Learn It and Use It for Life
Il tempo mi può cambiare
Ma tu non puoi determinarne il corso.
Strano fascino che mi affascina
I cambiamenti seguono il mio passo